Padre Francesco Carlino scrive...

Era la fine di marzo del 1998 ed ero da poco rientrato dall’Africa, dove sono stato per molti anni missionario, e quel giorno ero appena uscito dall’episcopio di Locri dove mi ero recato a salutare il vescovo. Mi ero da poco messo al volante e avevo oltrepassato Locri, quando una forza interiore mi spinse a tornare indietro per recarmi presso una libreria cattolica. Appena giunto, scesi dalla macchina, entrai e là trovai Elio che, guardandomi, mi disse: “E’ da diversi giorni che vi cerco e stamattina anch’io sono stato spinto da una forza interiore a venire qui”. Così Elio, dopo esserci alquanto discostati dalle persone presenti, cominciò a parlarmi di quanto stava succedendo a casa sua: le prime manifestazioni sulla statuetta della Madonnina di Lourdes, i segni dell’intenso profumo… Capii subito che mi trovavo davanti a un fatto straordinario e certamente davanti ad una persona onesta e credibile, anche se la prudenza, necessaria in questi casi, mi spinse a dire solo: “Non temere, se tutto ciò viene da Dio, Egli non mancherà di dare altri segni che ne mostrino l’origine soprannaturale di questi fenomeni che mi stai descrivendo”.
Andai il giorno dopo a trovare Elio a casa e la cosa che mi colpì fu che, al mio arrivo, fui accolto da un intenso profumo di rose che aleggiava su tutta la casa. Un profumo che riconoscevo bene, avendolo altre volte e in altre situazioni simili sperimentato. Ascoltai con attenzione i fatti narrati anche dalla moglie di Elio, senza tralasciare di porre domande accurate sui fatti da loro narrati. E in effetti, subito dopo, cominciarono i segni più forti: le lacrimazioni di sangue della statuetta della Madonnina di Lourdes, le prime apparizioni della Madonna, i primi messaggi, le apparizioni delle stigmate alle mani, ai piedi e al costato, il fatto della colombina, le apparizioni anche di Gesù. E, insieme a questi segni del cielo, cominciarono i primi attacchi del maligno: la ferita lasciata al suo calcagno da un morso di un grosso serpente misteriosamente apparso ad Elio nel bagno, mentre faceva la doccia, e poi quello, per me sconvolgente, della maglietta, sulla quale apparve il volto di Gesù formatosi con il sangue che fuoriusciva dal suo costato e che il maligno, durante la notte con un’azione vessatoria, strappò con indicibile ferocia e che oggi si può osservare nella cappellina della Regina della Conversione.
Sono stato più volte presente durante le apparizioni e quello che sempre avviene è che, nel momento della manifestazione della Madonna, Elio perde il contatto con il mondo che lo circonda e si immerge in un dialogo interiore, esteriorizzato solo dal movimento delle labbra, con la presenza di Maria che lo assorbe completamente. Durante le apparizioni, a volte ho messo davanti agli occhi di Elio una cartolina, quasi ad “impedire” la visione, ma lui non si è accorto di niente, se non nel momento in cui, finendo l’estasi, aveva un sussulto che lo spingeva indietro quando, rientrando in se stesso, si trovava davanti agli occhi lo sguardo impedito. Durante le estasi, accompagnate sempre da un intenso profumo di rose, che si diffondeva all’improvviso in tutta la cappella e che si depositava anche sul pavimento nel punto dove la Madonna poggiava i piedi, spesso constatavo che, toccandolo e premendo forte le sue mani, egli non percepiva assolutamente niente. Vorrei sottolineare il fatto che Elio, prima di queste manifestazioni, si professava ateo e spesso i suoi discorsi si accendevano di un vivo e feroce anticlericalismo. Per cui, chiunque lo conosceva così, è rimasto ancor più perplesso davanti a questa sua repentina conversione.
Quando la Madonna in seguito si è definita “La Regina della Conversione”, capii che c’era in questi avvenimenti un urgente messaggio indirizzato alla Chiesa per questi tempi difficili che stiamo vivendo. Delle esperienze forti e personali vissute a Medjugorie, e i fatti di Kibeho nel Rwanda, avevano già “affinato” la mia esperienza mariana e mi rendevano certamente un attento ascoltatore dei fatti narrati e vissuti da Elio. Personalmente non sono mai stato un uomo che pone pregiudizi razionalistici davanti alla possibilità che Dio o “il Cielo” si manifesti in modo straordinario. Tuttavia non sono neanche un credulone o qualcuno che grida facilmente al miracolo. Cerco sempre di tenere insieme e dialetticamente: razionalità e apertura incondizionata al “darsi di Dio nella storia”; accoglienza e serio vaglio critico a fatti di questo tipo. Rigetto quindi categoricamente ogni ingenua creduloneria, ma altrettanto ogni forma di pregiudizio positivista davanti alla possibilità che lo “straordinario” faccia irruzione nella storia degli uomini. Un esempio molto bello del giusto atteggiamento da mantenere davanti a fatti straordinari mi pare sia quello di Giovanni Paolo II. Ha mantenuto il cuore aperto e recettivo alle dimensioni della mistica, vagliando, però, con la sua autorità pontificia, istituzionale, ogni cosa, e non ha avuto paura o remore nel riconoscere l’intervento straordinario di Dio nella storia. Pensiamo alla proclamazione del terzo segreto di Fatima e alla istituzione della Festa della Divina Misericordia, come Gesù aveva chiesto a santa Faustina Kowalska. Al capitolo 21 del Vangelo di Giovanni, Gesù appare ai discepoli sul lago di Tiberiade all’alba. Giovanni, espressione della mistica, è il primo a riconoscere, tra le nebbie del primo mattino, che Colui che li chiamava da riva era Gesù e lo grida forte: “E’ il Signore!”. Ma lascia che sia Pietro, l’Istituzione, a gettarsi in acqua e raggiungerlo per riconoscerlo. La mistica precede, perché vede più lontano, l’istituzione segue, valuta e diventa garanzia di quanto la mistica intravede. Non c’è opposizione tra mistica e istituzione, perché l’una diventa la garanzia dell’altra. Ritornando agli avvenimenti di Gioiosa, devo dire che un fatto, in particolare, mi ha convinto più di ogni altra cosa. Nella prima Quaresima vissuta da Elio agli inizi dei fenomeni, cominciarono ad apparire sul suo corpo stigmate, sudorazioni improvvise e diffuse di sangue, e altri segni sanguinolenti. Segni chiari, non spiegabili ma altrettanto eclatanti e quindi passibili di grande curiosità da parte degli osservatori. Io guardavo ad essi con molta distanza emotiva non volendomi lasciare “troppo impressionare” da questi fenomeni, onde conservare la mia lucidità e saldezza spirituale. Ero entrato, davanti a questi fenomeni, in una specie di sospensione del giudizio, aspettando tempi migliori o “ulteriori segni”. Ma quale non fu la mia sorpresa quando, dopo la 19^ apparizione avvenuta il 14 Maggio 1999, Elio mi consegnò il messaggio della Madonna dove, tra l’altro, la Vergine gli disse: “Figliuolo mio, molte persone sono venute per vedere le tue ferite e per chiederti garze macchiate di sangue, senza considerare il vero significato e l’immenso valore delle tue piaghe. E tu, figliuolo, ti sei compiaciuto nel mostrarle alla gente, dimenticando l’umiltà di cui devi vestirti. Non sono questi i segni che gli altri devono vedere. Quindi patirai le sofferenze della passione di Gesù senza che ci siano più i segni visibili sul tuo corpo. Non rattristarti per questo, Dio ti ama e vuole renderti migliore”. Davanti a questo stupefacente messaggio, allora mi sono detto: “Se tutto fosse una macchinazione, certamente Elio non avrebbe mai trasmesso un tale messaggio da parte della Madonna, poiché, con tutta evidenza, è un chiaro richiamo della Vergine, che mette in rilievo un suo peccato di orgoglio che , forse inconsciamente, egli faceva nel mostrare le sue stigmate agli altri con compiacimento. Se Elio avesse voluto solo esaltare se stesso o attirare su di sé l’attenzione, non avrebbe mai riferito queste parole della Madonna, che sono, diciamolo chiaramente, un rimprovero, materno ma forte, alla sua mancanza di umiltà nell’ostentare le stigmate”. Questo avvenimento costituisce certamente, almeno per me personalmente, la fondamentale prova dell’onestà morale ed intellettuale di quanto Elio sta vivendo. E in effetti la sua immediata risposta alla Vergine non lascia trasparire nessuna recriminazione o giustificazione: “Sia fatta la volontà di Dio, Madonna mia!”. E’ la risposta di chi sa che Dio mette sempre in luce i segreti più intimi dei cuori e che davanti a Lui si resta sempre disarmati. E la serenità che ne seguì, e che perdura fino ad oggi, è la prova della docilità di Elio che si lascia condurre come un bambino dai forti e materni richiami di Maria.
Sapevo già che stiamo vivendo l’ora di Maria, preannunciata dall’Apocalisse, e che questi sono i tempi dove l’Anticristo, il nemico di Dio e degli uomini, Satana, ha sferrato un attacco feroce contro la Chiesa e gli eletti di Cristo. Ma non potevo immaginare che qui, nella nostra Locride, Maria avesse voluto manifestare con così forti segni la sua presenza materna. Certo, alcuni fatti, come ad esempio tutta la storia legata alla colombina apparsa nelle mani di Maria durante un’apparizione e poi materializzatasi realmente, mi lasciarono all’inizio alquanto perplesso e dubbioso. Ma la progressiva frequentazione di Elio e il seguito dei fatti hanno ridimensionato alcune mie perplessità. Essendomi più volte confrontato con il vescovo, Padre GianCarlo Bregantini, e con il parroco di Elio, Padre Michele Ceravolo, si è scelta la via della “prova” e della prudenza… Prova che Elio ha superato bene accettando serenamente tutte le “limitazioni” e “verifiche” imposte, per obbedienza, dal vescovo. Ha sempre accettato di sottomettersi al vaglio di interrogazioni, restrizioni ed esigenze, anche dure. Certo, io non posso, perché non ho il carisma né l’autorità per farlo, né debbo, anticipare il giudizio della Chiesa, alla quale solo spetta di dare un giudizio serio e definitivo su questi fatti. Posso solo dire che ho potuto verificare la sincerità di Elio e di essere stato direttamente testimone di alcuni avvenimenti che mi fanno pensare che “qui c’è il dito di Dio”. Il resto lo lascio alla saggezza, alla prudenza e al discernimento dei nostri pastori, al cui giudizio mi sottometto con filiale rispetto e riverenza, sapendo che solo al vescovo compete il discernimento e il giudizio, perché assistito da una particolare grazia di stato conferita solo ai successori degli Apostoli. Quindi dichiaro apertamente che quanto da me qui viene affermato, e che davanti a Dio corrisponde al vero, impegna la mia personale esperienza e testimonianza e non il Pastore della Chiesa di Locri-Gerace, il solo competente in materia di discernimento. Vedo tuttavia questi messaggi in continuità con Lourdes, Fatima e Medjugorie e quindi con una singolare pedagogia di Dio che ha affidato questi tempi difficili ad una speciale missione proprio a Maria. In effetti la presenza di Maria, dal primo Venerdì Santo quando Gesù Le ha affidato, attraverso l’Apostolo amato Giovanni, la sua comunità apostolica, ha sempre accompagnato il cammino della Chiesa nel suo itinerario storico, non solo con la sua intercessione per essa, ma anche con straordinarie apparizioni in molti luoghi e santuari. Ma è certamente da un secolo e mezzo che la Chiesa sta assistendo ad una eccezionale presenza di Maria che, dal nord al sud del mondo, sta rievangelizzando intere nazioni con la sua dolce e materna parola.
Molte apparizioni della Madonna, in diverse latitudini, ci fanno intravedere un’instancabile attività di Maria al servizio dei credenti in Cristo e non solo. Dalla Rue du Bac (Parigi) a Lourdes e a Fatima, da Banneux in Belgio alle tre Fontane a Roma, da Medjugorie a Kibeho nel Rwanda, da Akita in Giappone a Zeitun in Egitto, da Garabandal in Spagna a Betania in Argentina, da Belpasso in Sicilia a Gioiosa Jonica, la Madonna si manifesta per ricordare ad ogni uomo che “Dio esiste, esiste un Cielo, e che per tutti ci sarà un giudizio finale” quando “tutti ci presenteremo davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno secondo le sue opere, sia in bene che in male”(2 Cor 5,10) e soprattutto che ogni cristiano è chiamato alla santità.
Mi ha colpito recentemente la lettura dell’omelia che il Cardinale Ivan Diaz ha fatto a Lourdes per l’apertura del 150° anniversario delle apparizioni della Madonna alla grotta di Massabielle, dove il Prefetto per l’evangelizzazione dei popoli cita una frase che il Cardinale Karol Wojtyla, divenuto poi papa Giovanni Paolo II, pronunciò il 9 Novembre 1976 (due anni prima della sua elezione al soglio pontificio) e che credo ci diano il senso profetico di quanto sta avvenendo. Ecco la frase: “Ci troviamo oggi di fronte al più grande combattimento che l’umanità abbia mai visto. Non penso che la comunità cristiana l’abbia compreso totalmente. Siamo oggi davanti alla lotta finale tra la Chiesa e l’Anti-Chiesa, tra il Vangelo e l’Anti-Vangelo”. E parlando delle apparizioni, il Cardinale Ivan Diaz così continua: “Dopo le apparizioni di Lourdes, la Madonna non ha smesso di manifestare nel mondo intero le sue vive preoccupazioni materne per la sorte dell'umanità nelle sue diverse apparizioni. Dovunque, ha chiesto preghiere e penitenza per la conversione dei peccatori, perché prevedeva la rovina spirituale di certi paesi, le sofferenze che il Santo Padre avrebbe subito, l'indebolimento generale della fede cristiana, le difficoltà della Chiesa, la venuta dell'Anticristo ed i suoi tentativi per sostituire Dio nella vita degli uomini: tentativi che, malgrado i loro successi splendenti, sarebbero destinati tuttavia all'insuccesso. Qui a Lourdes, come dovunque nel mondo, la Vergine Maria sta tessendo un'immensa rete nei suoi figli e figlie spirituali per lanciare una forte offensiva contro le forze del Maligno nel mondo intero, per chiuderlo e preparare così la vittoria finale del suo divin Figlio, Gesù Cristo. La Vergine Maria oggi ci invita ancora una volta a fare parte della sua legione di combattimento contro le forze del male. Come segno della nostra partecipazione alla sua offensiva, Ella chiede fra l’altro la conversione del cuore, una grande devozione alla Santa Eucaristia, la recita quotidiana della corona, la preghiera senza tregua e senza ipocrisia, l'accettazione delle sofferenze per la salvezza del mondo”. Parole forti e chiare, queste dell’eminentissimo Cardinale, che ci fanno capire, quindi, l’urgenza dei tempi e l’inderogabile necessità di un cambiamento nel nostro stile di vita, affinché sia in armonia con il Vangelo e i comandamenti di Dio, e di conseguenza il dovere di “aiutare Gesù” a salvare le anime. Non a caso lo stesso Gesù, apparso ad Elio il 9 Aprile 2004, Venerdì Santo, pieno di ferite e carico della croce, così gli ha parlato: “Figliuolo, vengo a portarti la mia croce, desidero che la porti tu per me anche per poco”, e, sentendosi Elio all’improvviso schiacciato da una forte sofferenza, Gesù così ha continuato: “Ho sete di anime! Bisogna ricondurre a me tutti i peccatori: per quest’impresa ho scelto le anime vittime, e tu sei una di loro. Molti miei figli trafiggono il mio cuore con le loro ingratitudini, ma ci sono quelli in cui mi riposo e che mi danno sollievo…Voglio che tu soffra per le anime, ma devi essere tentato, poiché, comprendilo bene, il demonio ha paura della tua fedeltà…Coraggio, io non ti abbandonerò!”.
Nella moderna spiritualità si sta perdendo, purtroppo, il valore del sacrificio e della riparazione, con la scusante lanciata da un facile sospetto psico-patologico che vorrebbe relegare questi concetti, stupidamente, nei meandri di un oscuro “masochismo spirituale” che i maestri del sospetto definiscono patologizzanti. Ma non leggiamo noi nella lettera di San Paolo ai Colossesi: “Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa”? (Col 1,24) E’ il programma della vita di Paolo, il quale sa che l’evangelizzatore è chiamato ad essere, per partecipazione personale al sacrificio di Gesù, e con Cristo, corredentore dei fratelli. Non è una bestemmia quando sto qui affermando, ma è l’affermazione chiara della necessità di prendere anche noi la croce dietro a Cristo, se vogliamo che il mondo si salvi. A Lourdes come a Fatima e a Medjugorie, come ora a Gioiosa Jonica, la Madonna ripete: “Penitenza, penitenza, penitenza. Molte anime vanno all’inferno perché non c’è nessuno che si sacrifichi per essi e offra sacrifici per la loro conversione”. Infatti così si è espressa la Regina della conversione nel messaggio dato ad Elio durante la 46^ apparizione del 7 Ottobre 2000: “…Vi invito a pregare per la conversione dei peccatori; molte anime si perdono nell’abisso infernale, perché siete pochi quelli che pregate e vi sacrificate per loro. Aiutatemi a salvarle, continuando a pregare la coroncina della ‘Madonna della Conversione’”. Stiamo vivendo, forse senza accorgercene, perché distratti dai falsi valori di una società consumistica e gaudente, i tempi della battaglia finale tra Cristo e l’Anticristo, tra la Donna e il Dragone infernale. Lo dico non con accenti catastrofici, ma con la consapevolezza che l’umanità è ad un bivio, dove si annunciano tempi di sofferenze e di prove per coloro che sceglieranno di restare fedeli a Cristo e alla Sua unica Chiesa. Al capitolo 12 del libro dell’Apocalisse, il veggente di Patmos, vede il grande segno: una Donna vestita di sole, coronata da 12 stelle e con la luna sotto i suoi piedi (= è la Chiesa nella sua realtà divina) che grida per le doglie del parto e genera un figlio primogenito (il travaglio della Chiesa nel suo cammino nella storia per generare Cristo nelle anime). Il Bambino viene rapito subito verso Dio mentre il Dragone infernale, Satana, si pone davanti alla Donna, come antisegno, per divorare il bambino appena nato. Ma sul bambino non può mettere le mani e allora si scaglia contro la Donna. Questa Donna è la Chiesa e, per derivazione e identificazione, la Vergine Maria. Satana non ha nessun potere su Cristo, che la Chiesa genera nelle anime, però muove guerra alla Chiesa, perseguitandola con seduzioni, tribolazioni e attacchi feroci. Ma la Donna vince perché ha le ali della grande aquila, cioè la Parola di Dio e lo Spirito Santo, che porranno la Donna al riparo del Dragone che alla fine verrà sconfitto e gettato nello stagno di fuoco. Questa visione è un grido di speranza lanciato dalla primitiva comunità cristiana contro le tante persecuzioni subite dalla Chiesa agli albori della sua storia. Un grido di speranza che si trasforma in certezza: Satana sarà sconfitto definitivamente e la Chiesa risplenderà in tutta la sua bellezza divina.
Le apparizioni di Maria in questi tempi, sono come il preludio e l’annuncio della vittoria finale di Cristo su tutte le forze del male e preparano quel trionfo del Cuore Immacolato di Maria già preannunciato a Fatima. L’attacco feroce dei tanti pamphlet mediatici, che sferrano un attacco frontale contro la divinità di Cristo e la stessa Chiesa (vedi le pubblicazioni assurde e antistoriche di Piergiorgio Odifreddi o di Corrado Augias e Marco Pesce), volendo ridurre la fede a pura creduloneria in nome di uno scientismo dogmatico e acritico e privarla così di ogni rapporto con la ragione, ci fanno capire allora perché “il Cielo si mobilita” per ridire all’uomo la verità su se stesso, su Cristo-Dio, e sulla storia. Maria non ci ripropone, nei suoi messaggi, un nuovo Vangelo o nuove Verità, ma l’eterno Evangelo del Figlio di Dio che ha dato se stesso fino alla croce per amore dell’uomo, e lo ripropone tradotto in un linguaggio immediato e fecondo, dove le eterne verità della fede vengono offerte all’ascolto dei semplici e degli umili, come dei grandi e dei sapienti, con l’immediatezza e la autorevolezza di una Madre. Infatti non possiamo dimenticare quanto ci dice il grande mistico della Chiesa, San Giovanni della Croce: “In Gesù Cristo, il Padre ci ha rivelato tutto di se e tutto quello che c’era da sapere sul suo mistero. Non c’è quindi da attendere nessun’altra rivelazione, poiché in Cristo il Padre ha detto tutto e ha rivelato tutto se stesso”. Nei suoi messaggi, Maria ci ripropone il Vangelo riattualizzato e incarnato nella situazione storica concreta che stiamo vivendo. Una situazione storica spesso drammatica, conflittuale, tragica e in aperta opposizione all’annuncio del Vangelo, perché l’uomo è smarrito e non sa più che senso ha la sua vita o che cosa si porta dentro. L’unica “fede” che sembra avere l’uomo oggi è lo “scientismo”, l’illusione, cioè, che la scienza possa ormai cacciare fuori dall’orizzonte umano Dio stesso per sostituirlo con l’uomo tecnologicamente avanzato. E la Regina della conversione, nel suo messaggio del 19 Maggio 2000, lancia a tal proposito un drammatico appello: “Miei cari, molti di voi non sanno che Satana ha sedotto lo spirito di grandi scienziati. Le loro invenzioni possono distruggere il mondo intero. Il maligno ha in suo potere anche i governanti di numerose nazioni e li sprona a preparare strumenti di distruzione e di morte. Questi anni sono il tempo delle grandi prove pure per la Chiesa….Convertitevi, convertite i vostri cuori impuri e pentitevi, chiedendo perdono per i vostri peccati. Se non cambierete, arriverà il tempo di tutti i tempi, la conclusione di ogni conclusione. Perciò vi supplico: intensificate le vostre preghiere e vivete il Vangelo, affinché il mio cuore possa trionfare per sempre”. Come ben diceva Rabelais: “Scienza senza coscienza si trasforma in rovina del mondo”. Ma questi richiami e appelli urgenti della Madre di Dio, sono un invito alla paura e al disimpegno verso le realtà terrene ? assolutamente no ! Sono, invece, un invito serio a costruire un mondo più giusto e più a misura d’uomo, non in contrapposizione con Dio ma in armonia con la legge dell’amore, che Gesù stesso ha dato ai suoi discepoli la sera del Giovedì Santo: “Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi” (Gv 15,12) e che la Madonna così “traduce” nel suo messaggio del 1° Aprile 1999 : “Pregate e attuate servigi di carità e di amore. Desidero che viviate l’amore nei vostri cuori, per poter essere sempre uniti a Dio”, come in quello del 14 luglio 2007: “Figliuoli, oggi vi invito a non pensare solo a voi stessi, ma ad uscire dal vostro isolamento; solo così il vostro futuro diventerà più umano, perché riscoprirete la fraternità, ritroverete la concordia, la pace finalmente si affermerà e, con essa, la felicità universale”. Solo questo amore è la forza che può trasformare il mondo e i cuori e va attinto alla sorgente: il cuore di Dio ! E il mezzo per attingerlo è la preghiera e la Parola di Dio, letta e vissuta ogni giorno. Parola di Dio che deve risuonare dentro il cuore sgombro dalle macerie dell’idolatria dell’avere e dall’assordante rumore dell’effimero. “L’ignoranza delle Sacre scritture è ignoranza di Cristo” ci ammonisce San Gerolamo, padre della Chiesa. Quanti, che pur si dicono cattolici, non hanno mai letto fino in fondo neanche il Vangelo ! Ma se ogni giorno lo leggiamo e lo interiorizziamo, allora potrà risuonare la voce stessa di Gesù dentro il cuore e non saremo più noi a pregare, ma Gesù stesso pregherà in noi, come Lui stesso disse ad Elio nell’apparizione del 2 Aprile 2007, Lunedì Santo: “Prega perché cresca in te l’amore, perché solo l’amore ti farà andare avanti senza paura…Oggi voglio che il Padre ascolti la mia preghiera in te. Prima raccogliti in silenzio, fai tacere tutto dentro di te, fai tacere la fantasia, la memoria e anche l’intelligenza. Fai battere solo il tuo cuore, e fallo battere assieme al mio” . Sono affermazioni di un elevato spessore mistico che non possono sfuggirci e quindi non debbono lasciarci distratti e insensibili. Amare significa trasformarsi nell’Amato fino a non avere più una volontà propria, fino a che la nostra diventi una sola cosa con la sua, ci ricorda la grande mistica Teresa d’Avila. Ma ancor più biblicamente lo stesso San Paolo nella sua lettera ai Galati afferma: “Sono stato crocifisso con Cristo e non son più io che vivo ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal. 2,20). La conoscenza di Cristo vissuta nello Spirito è la vera conoscenza e la più profonda liberazione interiore che l’uomo possa vivere, come ce lo dice l’Apostolo Paolo in Efesini 3,14-19: “…Io piego le ginocchia davanti al Padre… perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell’uomo interiore. Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio”. E’ questa la meta di ogni credente in Cristo, diventare uno con Lui e vivere sulla terra saldamente ancorati alla sua Persona, per divenire il buon profumo di Cristo nel mondo. Meta raggiungibile solo con una intima, profonda, coinvolgente partecipazione all’Eucaristia che, se ricevuta con autentica fede, “trapianta” in noi il cuore di Cristo, come molti mistici hanno vissuto e testimoniato. Gesù stesso lo ricorda ad Elio nel messaggio che ha dato il Giovedì Santo del 2007: “Figliuolo, io sono il Divino Sacerdote. Ho salvato tutti voi con la mia passione e morte in croce; l’amore si è realizzato attraverso il dolore: è questa la grande forza dell’Eucaristia. Senza l’Eucaristia non potete vivere, siete morti. … Santificate le feste partecipando attivamente all’Eucaristia; fate che la forza di questo Sacramento vi trasformi a mia immagine, perché possiate essere degni della mia gloria”. Ricevendo l’Eucaristia, riceviamo il corpo glorificato di Cristo nel quale “abita tutta la pienezza di Dio” (Col. 2,9) e quindi tutta la pienezza trinitaria. Dio Padre viene dentro di noi nel Figlio che è Dio, a Lui consustanziale, e con lo Spirito Santo Dio, facendo di noi la dimora della Santissima Trinità. Lo Spirito Santo, da parte sua, ci “cristifica” e ci trasforma nel corpo mistico del Cristo, quindi ci fa Chiesa viva e tempio della gloria di Dio: “Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita nei vostri cuori ?” (1Cor 3,16-17). Nel messaggio dato dalla Madonna nella Pentecoste del 2007, la Santa Vergine ci invita ad accogliere lo Spirito Santo, permettendogli di agire in noi secondo i suoi tempi e progetti: “Lasciatelo fare nella vostra vita, dategli spazio, dategli tempo: ogni giorno vi trasformerà, donandovi ciò che vi manca per essere anche voi testimoni della Risurrezione di Cristo”. Non siamo quindi chiamati ad uno sforzo prometeico di autoesaltazione, ma ad inter-agire con quella Presenza che abita in noi, favorendone l’azione santificatrice, lasciandoci condurre come umili bambini, spogliandoci dell’uomo vecchio, “che si corrompe dietro le passioni ingannatrici” e lasciarci rivestire “dell’uomo nuovo che vive nella grazia e nella santità.”(Ef. 4,20-24). Non siamo soli in questo arduo cammino, ma è Maria stessa che ci guida: “Oggi lasciatevi guidare da me, lasciate che vi tenga per mano sulle strade della vita, perché desidero condurvi, giorno per giorno, verso l’eternità” (messaggio del 14 Agosto 2007) . L’importante è guardare dalla parte giusta… (che non è certo quella della televisione spazzatura che genera quel voyerismo patologico, la cui massima espressione è il “grande fratello”). Noi siamo figli di una cultura audiovisiva e quindi la frivolezza di immagini e suoni ci abbagliano e ci stordiscono talmente da farci perdere ogni orientamento esistenziale. Credo che è per difenderci da questo pericolo che la Santa Vergine in due suoi messaggi si è rivolta a tutti chiedendo di purificare l’udito e la vista:
“Figliuoli, voi sentite molte voci durante la giornata, ma sono poche quelle che vi parlano davvero di cose utili; perciò vi invito ad ascoltare la Parola del Signore, affinché possiate avere fondamenta sicure per il vostro spirito. Se non accogliete nel vostro cuore la Parola che salva, tutto ciò che ascoltate non vi servirà a nulla” (14 settembre 2005).
“Figliuoli, spesso voi trascorrete del tempo a guardare cose inutili; oggi vi invito a volgere lo sguardo dalla parte giusta, dove c’è il Sole della Vita, nascosto sotto i bianchi veli del Pane eucaristico. Guardatelo soprattutto con gli occhi del cuore e lasciatevi abbagliare dalla sua splendida luce, perché in quella luce c’è un immenso amore: l’amore di Dio!” (14 Ottobre 2007).
“Dimmi cosa guardi e ti dirò chi sei !”. Se l’uomo immerge lo sguardo nel fango, si identifica con esso e si impantana; se contempla invece le realtà celesti, saprà allora volare alto e libero nel cielo dello spirito. “Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù non a quelle della terra” (Col. 3,1-2). Quanta gente non crede più alla luce, proprio perché si è immersa nelle tenebre e non vede che tenebre. Contemplando Gesù Eucaristia, una luce di gloria e di grazia ci guarirà dalla cecità spirituale che spesso ci trasforma in sentine di vizi e immoralità. La stessa Chiesa deve rinascere ritornando a contemplare il suo Maestro nell’Eucaristia, ricordando che l’efficacia di ogni azione pastorale non viene da elaborati programmi ma da una profonda dimensione di adorazione che coinvolga, come in un nuovo roveto ardente, pastori e popolo di Dio. Come ben diceva Dom Chautard nel suo famoso libro: “La preghiera è l’anima di ogni apostolato”. La presenza reale di Gesù nell’Eucaristia è il vero tesoro della Chiesa e, per provare questa sua presenza, il 14 ottobre 2007 Gesù ha dato un “segno grande”, testimoniato dallo stesso sacerdote che ha dato la comunione ad Elio, Don Pino Fazio (testimonianza che trovate nelle ultime pagine di questo libro), dell’Ostia Santa trasformatasi in un pezzo di carne tutto insanguinato. Come a Lanciano e in altre parti del mondo, con questi segni Gesù ci ricorda che le sue parole dette la sera del Giovedì Santo: “Questo è il mio corpo; Questo è il mio sangue”, non sono simboliche ma reali. Egli è davvero presente nel Pane e nel Vino consacrati dal sacerdote durante la Messa. Non ci ricorda forse questo lo stesso San Paolo nella prima lettera ai Corinzi quando afferma: “Chi mangia e beve questo pane e questo vino, senza riconoscere in essi il Corpo e il Sangue del Signore, mangia e beve la sua condanna” (1Cor 11,23-32) ? Questa verità, combattuta dagli agnostici, dai protestanti e dalla diabolica setta dei testimoni di Geova, trova il suo fondamento nelle parole di Gesù, il quale non ha detto: “questo significa il mio corpo”, come falsamente dicono i testimoni di Geova (basta infatti conoscere un poco il greco per vedere come nei testi originali si legge c’è “éstin” = “ è”, la terza persona del verbo essere, e non la parola “significa”, falsamente introdotta dalla setta geovista) ma: E’ IL MIO CORPO !
A Medjugorie, come a Gioiosa Jonica, la Madonna afferma che queste sono le sue ultime apparizioni sulla terra: “Sappiate che le mie apparizioni di questo tempo sono le ultime per l’intera umanità. Perciò, figliuoli cari, non tardate a convertirvi e accogliete seriamente i miei inviti” (14 Gennaio 2002). Non riusciamo a capire fino in fondo cosa voglia dire la Santa Vergine. Ma certamente annunciano che la sua missione speciale sta per finire e che quindi il tempo del ritorno di Cristo nella gloria si avvicina. Molte apparizioni, e anime mistiche, sembrano confermare il ritorno di Gesù nella gloria. Nello stesso Diario di suor Faustina Kowalska, che Giovanni Paolo II ha riconosciuto realmente ispirato, tanto da accogliere la richiesta di Gesù fatta a Santa Faustina di istituire nella seconda Domenica di Pasqua la festa della Divina Misericordia, leggiamo queste parole di Gesù: “Dalla tua nazione nascerà la scintilla che infiammerà il mondo e lo preparerà alla mia seconda venuta”. Comprendiamo tutti che questa scintilla è lo stesso Giovanni Paolo II e quindi, come lo attestano altre profetiche rivelazioni, Gesù sta per tornare. Quando ? non lo sappiamo! Ma non dimentichiamo che ogni domenica, dopo che il sacerdote consacra l’Eucaristia, noi rispondiamo al “Mistero della Fede”, con le parole: “Annunciamo la tua morte o Signore, proclamiamo la tua Resurrezione, nell’attesa della tua Venuta !”. Siamo quindi un popolo, una Chiesa in attesa del ritorno del Signore ! Un’attesa che è tutta la nostra gioia, un’attesa che colma la nostra speranza e ristora il nostro cammino nella storia. Siamo in cammino non verso il nulla, ma verso una Pienezza di gloria che ci inonderà con la venuta nella gloria del Signore nostro Gesù Cristo. Lo stesso Elio ha posto la domanda alla Madonna nell’ottava apparizione, l’8 Dicembre 1998: “Madonna mia, si parla tanto della fine del mondo, dell’apocalisse e di cose simili. Quale sarà il futuro dell’umanità ? Potete dirmi qualcosa ? Molta gente è preoccupata.”. La Madonna ha cosi risposto: “Il Figlio di Dio ritornerà tra voi e Babilonia (= il potere anticristico) scomparirà, mentre Gerusalemme (la Chiesa) conoscerà la beatitudine… Non importa in che modo avverrà; ciò che necessita è perseverare nella fede. La fine dei tempi ci sarà quando l’opera di salvezza di Cristo avrà raggiunto una dimensione universale”. E’ la Chiesa la nuova Gerusalemme, ed essa come sposa attende il ritorno dello Sposo, Cristo Gesù, con il grido: “Maranà-thà”= Vieni Signore Gesù ! Questo anelito lanciato nella “notte” che il mondo sta vivendo, deve renderci come le sentinelle che vegliano e “scrutano” il cielo in attesa dei segni che annunciano l’arrivo del giorno. Lo stesso Concilio Vaticano II apre la costituzione conciliare Gaudium et Spes con queste parole: “In questi tempi che sono gli ultimi...”. Quindi siamo nei tempi ultimi, inaugurati da Cristo il mattino di Pasqua. Tempi di attesa e di speranza. Tempi di testimonianza e di coerenza, di serio impegno e di autentica santità. Maria viene proprio per aiutarci in questo cammino e a sostenerci con la sua materna presenza per non smarrire il senso della storia e della vita. Una Madre sa parlare al cuore dei figli, e Maria ci sostiene nel pellegrinaggio terreno verso la terra promessa e ci aiuta a non dimenticare che la nostra vera e definitiva dimora è il Cielo, spronandoci, nello stesso tempo, a costruire la famiglia umana sui veri valori del Vangelo: fraternità, condivisione, giustizia e solidarietà. Messaggi che abbracciano il cielo e la terra in una visione di continuità e di graduale trasfigurazione. Senza contrapposizione e conflitti. Costruendo il regno dii Dio dentro di noi, lo dilateremo alle dimensioni del mondo, portando nella realtà storica la luce della Trasfigurazione, certi che il mondo può cambiare se cambia il cuore dell’uomo. La meravigliosa ed esaltante vocazione cristiana, non è assolutamente contro il mondo o contro l’uomo, ma la più vera ed autentica “realizzazione” umana perché nella rivelazione cristiana l’uomo è reso “capax Dei” capace di Dio, cioè elevato alla grandezza di una profonda comunione con Dio che lo “divinizza” esaltando la sua creaturalità, perché lo stesso Dio, in Gesù Cristo, si è “umanizzato” per “divinizzare” l’uomo. E all’uomo moderno, impaludato nelle maglie inestricabili di un edonismo che lo ha abbrutito, Maria viene a gridare: Alza il tuo sguardo, riconsidera perché sei uomo, ritrova la tua dimensione, lasciati abbracciare da Dio che è il tuo creatore, abbandonati tra braccia del suo Figlio che sono la Chiesa, ricevi lo spirito Santo e cammina verso la tua finale trasfigurazione, che si compirà quando vedrai Dio faccia a faccia. Se l’uomo ascolta queste urgenti parole venute dal cielo, troverà la pace del cuore e in esso il mondo stesso sarà pacificato. E nel dire grazie alla Regina della Conversione, per il suo materno appello e la sua dolce presenza, termino lasciando che sia Gesù, il suo dolce Figlio e nostro Signore ed unico Salvatore della nostra vita, a parlare al cuore di tutti con le parole pronunciate il 29 febbraio scorso, quarto Venerdì di Quaresima: “...A tutti io dico: se volete la felicità, io sono la vostra felicità; se cercate la ricchezza, io sono la vostra ricchezza; se desiderate la pace,io sono la vostra pace; io sono la misericordia e l’amore, sono il vostro Re”.
Sì, amen Signore Gesù ! Vieni, vieni nei nostri cuori, vieni per mezzo di Maria, vieni nel mondo che ti attende, vieni nelle nostre famiglie, vieni nella nostra vita e trasformaci in tabernacoli della tua Presenza. Vieni nelle disperazioni che frantumano gli uomini e trasformale in occasioni di rinascita spirituale. Vieni nelle paludi della storia e trasformale in sorgenti di vita nuova. Vieni negli abissi infernali creati dagli uomini e trasformali in giardini pasquali di resurrezione. Vieni nella tua Chiesa e rinnovala, perché sia tuo corpo mistico vivo, agile e obbediente e non sarcofago di memorie o zavorra paralizzante. Vieni e ridonale giovinezza, entusiasmo, gioia, freschezza e passione nell’annunciare la tua presenza con lo stesso vigore del mattino di Pentecoste. Vieni nei razionalismi paralizzanti e ridona duttilità al pensiero perché ti incontrino persino i maestri del sospetto. Vieni nei nostri dubbi e trasformali in certezze. Vieni, vieni con Maria, tua dolce Madre, e con Lei riportaci a Betlemme per ritrovare l’innocenza perduta e la liberante essenzialità. Vieni e innamoraci di Te, nostro Dio e nostro tutto, nostro Signore e nostro unico Salvatore. Amen !

Padre Francesco Carlino - teologo
Pontificia Università Gregoriana - Roma
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